Cose buone dal mondo: arriva il formaggio senza latte

Lanciato sul mercato interno nel settembre scorso dalla statunitense Cargill Inc, è giunto ora in Europa, presentato nel corso del recente Salone degli Ingredienti Alimentari di Francoforte, il Lygomme™ Ach Optimum, prodotto destinato a sostituire la mozzarella sulle pizze e in vari altri piatti gastronomici già pronti (reperibili in: ristorazione collettiva, pizzerie, ristorazione di basso profilo, commercio alimentare, etc.).

La società produttrice, acquisita di recente dalla Kraft Food Inc., lo propone come un valido sostituto del formaggio, creato per i vegani e per quanti, allergici al lattosio, lo potranno assumere senza timore perché prodotto con proteine di origine vegetale, vale a dire combinando tre amidi (tra cui il galattomannano e la carragenina) oltre ad una sostanza “gelatinante” derivata dalla lavorazione di un’alga rossa.





Sin qui le ragioni ufficiali che il mercato dovrebbe oggettivamente apprezzare. Peccato che andando oltre, l’azienda ha ritenuto interessante sottolineare l’assoluta somiglianza e sostituibilità del vero formaggio filante (mozzarella, fior di latte e simili) e dei suoi succedanei (preparati in tranci, per pizza e toast, con agente filante furosina, diffusissime nelle pizzerie laddove non indicati mozzarella o fior di latte) con il Lygomme™ Ach Optimum, che si farebbe apprezzare per un prezzo assai competitivo, al quale guarderanno non pochi operatori nel mondo.

Presentando il prodotto, Fabien Bouron, responsabile del dipartimento “Dairy Application” della Cargill ha sottolineato che «il latte rappresenta circa il 15 per cento degli ingredienti della pizza, e vista l’elevata fluttuazione del suo prezzo, con il Lygomme™ Ach Optimum si può avere un impatto significativo sul costo della produzione di pizze surgelate».

Un prodotto ufficialmente nato per allergici e vegani ma spinto senza remore dal produttore verso un pubblico che dovrà esssere il più ampio possibile. Staremo a vedere se e come la legislazione vorrà tutelare il consumatore, obbligando o meno il fornitore a dichiarare la presenza tra gli ingredienti di un “formaggio-non-formaggio”.

C’è da fidarsi, perché è Kraft: cose buone dal mondo.

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